domenica 2 settembre 2012

Heil to the Batman!

The Batman! Il terzo film di Nolan! Riuscitissimo? Prevedibilissimo? Pessimo?
Ho visto il film più di un mese fa ma ne scrivo solo ora, un po’ per pigrizia ed un po’ perché volevo prima leggermi le altrui reazioni, un po’ perché se ormai  lo ha visto tanta gente devo preoccuparmi di meno degli spoiler.

La narrazione della storia comincia 8 anni dopo le vicende de “Il Cavaliere Oscuro”: Bruce Wayne è più misantropo di prima, tutti credono Batman un criminale, la città è apparentemente sicura e l’entrata in scena del terrorista Bane farà precitare le cose. Sia  Batman che Bruce Wayne sono messi  fuori gioco e Gotham diviene ostaggio di Bane: occupa la città e la tiene sotto scacco con la minaccia di far esplodere una bomba nucleare.

Ed ora cosa ci faccio con tutti questi personaggi?
I punti negativi del film sono la non riuscitissima gestione di troppi personaggi  a cui non viene dato il giusto spessore. Il cattivo numero uno, Bane, è solamente nerboruto e cattivissimo e non va oltre all’essere nerboruto  e cattivissimo, peccato sprecare in questo modo un attore come Tom hardy.Gary  Oldman/ James  Gordon Viene relegato su un letto di ospedale tutto il tempo, così come Batman passa metà del tempo in un pozzo a fare per l’ennesima volta i conti con se stesso.  Ad un improbabile Anne Hathaway è affidato il ruolo di Catwoman, anche se non viene mai accreditata con questo nome: non citare Catwoman è un modo per fare di Selina Kyle una semplice ed ambigua ladra anziché una eroina fumettistica. Ma al contempo questa è in grado di saltare da un palazzo all’altro su tacco dodici e di mettere a tappeto 10 uomini contemporanament.  Sì perché tutta la triologia di Nolan risente di questa indecisione sul fare un film fumetto o meno,  da una parte dota tutti i personaggi di caratteristiche vere e veritiere, dall’altra quando può si abbandona alla scelta  improbabile e di effetto.

Altro problema sono  i buchi di sceneggiatura, meravigliosamente raccolti in questo video:
 


Detto questo, passo al pregio del film che poi è il pregio di Nolan stesso: la capacità di raccontare storie, di farlo in modi sempre diversi (da Memento  a The Prestige) ma sempre efficaci. L’amore per la narrazione e per il districarsi in mille sottotrame è al suo meglio, il lungo film non stanca mai. Ogni volta Batman è battuto: sul piano finanziario, sui suoi affetti, su quello fisico ma lo spettatore è lì ansioso di sapere cosa accadrà; è quella la bellezza del film. Il regista continua ad offrire allo spettatore problemi,  soluzioni e problemi fino al finale a libera interpretazione.
New York! Ehm...Gotham City..
Quindi  il film è più che piacevole da guardare, piacevole nonostante la grossa ambiguità di fondo. Credo che sia uno dei film più “fascisti” degli ultimi anni, sono cosciente del rischio nell’usare questo vocabolo eppure era ciò che continuavo a pensare mentre lo guardavo. Non tanto per il mito del giustiziere mascherato, ma per l’inquietante personaggio di Bane. Quest’ultimo pur non essendo mai ben delineato è messo a capo di un esercito di diseredati,  diseredati che guarda caso coincidono con i criminali. Per quasi tutto film Gotham (mai come negli altri film identificabile  con la città di New York) è occupata da questo manipolo di sbandati che aggrediscono le abitazioni dei ricchi alienando il concetto di proprietà privata, instaurano un tribunale  dove il concetto di giustizia è ribaltato essendo  i criminali a giudicare gli “innocenti”.  La distruttività di questa società è ribadita anche dalla bomba, destinata ad esplodere, data in custodia agli aguzzini, ai criminali, come se una società così chiusa e così sbagliata sia coscientemente destinata ad autodistruggersi. La città/società rimane oggettivamente congelata (il fiume che la circonda gela) bloccando così i collegamenti col resto del mondo, una fredda tensione tra l’america (giusta ed impotente) e Gotham, un luogo da dove niente può uscire, e l’accostamento con il blocco sovietico e la guerra fredda è facile ed inevitabile. 
Ma una visione così apocalittica di un mondo socialista non è estranea all’ideologia USA, il problema è l’avvicinamento che può suggerire l’esercito di Bane con il movimento di occupy Wall Street: l’assalto alla borsa, la necessità che ha chi non ha nulla di avere ciò che ha chi ha tutto, la punizione finale che questo mondo corrotto merita (la tesi della Cotillard), come se la rivendicazione alla condivisione delle risorse e dei  beni sia un’idea malata di per se.

Eppure nonostante l’ideologia non condivisibile il film riesce a coinvolgerti e a schierarti con il sofferente Cavaliere Oscuro, simbolico portatore di giustizia. Direi, inevitabilmente riuscito, Heil to the Batman!


Last but not least:  Bale è costantemente figo.